12 gennaio 2012

Il lago di Alleghe

Il lago di Alleghe, situato nella Val Cordevole, è una caratteristica geomorfologica impressionate della valle con una lunghezza di quasi 1,5 chilometri. Il momento della sua "nascita" e ben documentato: era la mattina del 11 gennaio 1771, esattamente alle 7:02, quando una frana dal monte Piz sbarro la valle e formo una diga naturale.

Fig.1. Veduta generale della Val Cordevole con il borgo e il lago di Alleghe, a sinistra sul monte Piz e a malapena visibile la scarpata della frana, sullo sfondo la cima della Civetta (3.220m).
 
Il viaggiatore, alpinista e cronista francese Belsazar Hacquet (1739-1815) ricorda una visita al lago nel 1780:
 
"Il torrente Cordevole è diventato la mia guida, seguendolo avrei trovato la valle di Cadore. Ma già dopo qualche centinaio di passi il fiume si perse in un vasto lago, esistente qui solo dagli ultimi nove anni. Ho camminato in direzione est, ai villaggi di Sternade e Saviner, fino alla montagna di Piz. Per primo il lago era stretto, solo da Saviner in poi esso é ampio più di 100 leghe veneziane (~180m) e profondo 30.
…[]…Il villaggio citato una volta era situato su una collina..[].. che fu invasa dal lago…[]… il paese di Rieti fu sepolta sotto il crollo della montagna di Piz.
…[]… Sulla cima della montagna ho subito notato che questo monte possedeva un vulcano su di esso, ed era possibile vedere quanto profondo era andato. Dopo che la montagna era crollata, si poteva vedere che la sua base era composta di calcare, accumulati in strati potenti e inclinati da ovest verso est con 45 gradi. La superficie del crollo era così liscia che un uomo ha difficoltà a salire su di esso per accedere alla montagna."

Fig.2. Rappresentazione storica del lago e la  frana nel "Tyrolensis Atlas", pubblicato nel 1774 dai tirolesi Peter Anich e Blasius Hueber. Anich e Hueber sono stati tra i primi cartografi ad utilizzare specifiche simboli (in questo caso di "massi e macigni" per la frana) per visualizzare elementi geomorfologici nelle loro mappe.
 
L'area della frana è composta di dolomia della formazione del Contrin e una successione di rocce calcaree e marne attribuite alla formazione  di San Cassiano. L'idea apparentemente strana di Hacquet di un vulcano sul monte come causa della frana potrebbe essere spiegata dalla presenza di strati di cenere nella formazione di San Cassiano - inoltre vulcani a quei tempi erano considerati importanti fattori per spiegare movimenti tellurici. Notevole la descrizione e interpretazione da parte di Hacquet della superficie di scorrimento della frana.


Bibliografia:

HÖFLER, H. & WITT, G. (2010): Katastrophen am Berg - Tragödien der Alpingeschichte. Bruckmann Verlag: 144

Nessun commento:

Posta un commento